Iseo Lake and Lombardy

La Candelora

Passati i giorni della merla, arriva una delle mie ricorrenze preferite, cioè la Candelora.
La Candelora, festa ora praticamente quasi dimenticata- riaffiora solo a volte in qualche detto degli anziani- era un tempo una delle ricorrenze più importanti dell’anno, tanto che c’è un detto romano che dice:
“L’Epifania dice tutte le feste le porto via, ma arriva Candelora dice ehi ma io ci sono ancora”.
La Candelora, che ricorre al 2 febbraio, è oggi per la chiesa cattolica la festa della Presentazione di Gesù al tempio, ma fino al Concilio Vaticano II era invece dedicata alla Purificazione di Maria ed era una delle più importanti ricorrenze mariane. Perché eliminarla quindi? Perché era diventa ingombrante, troppo femminile, mistica e in odore di paganesimo per la nuova chiesa.
In questo stesso periodo, infatti, i romani celebravano i Lupercali, festa misteriosa dedicata a Giunone Februa, cioè Giunone, la dea madre dei romani, nel suo aspetto ctonio, colei che dà la vita e fa morire, come la terra. In questo periodo tutti i mali e le negatività dell’anno precedente dovevano essere “purificati”, in modo da entrare nel nuovo ciclo vitale della primavera con energie rinnovate.
Proprio da “februa” cioè purificazione, prende il nome l’attuale mese di febbraio.
Ma anche l’altra grande religione dell’Europa antica, quella celtica, celebrava in questi giorni Imbolc, la festa della luce, dedicata alla fine dell’inverno e a favorire la primavera.
Nel momento di massimo buio e freddo, si festeggiava la primavera ventura, accendendo fuochi e candele che avevano la funzione simbolica di “chiamare” la luce futura, traendo previsioni per i mesi seguenti.
Di queste antiche usanze resta il detto: “se c’è il sole a Candelora dell’inverno siamo fora, ma se piove e tira vento nell’inverno siamo dentro” -fate attenzione che formulato in questo modo questo modo vale solo per la Lombardia e l’Emilia Romagna, mentre per il sud e altre regioni è al contrario.
Interessante anche il proverbio piemontese “Candelora un’ora intera mezza mattina e mezza la sera”, riferito alle giornate che finalmente iniziano ad allungarsi.
Durante il Medioevo, e fino al Novecento, la Candelora era molto sentita soprattutto nelle campagne nelle quali i ritmi stagionali e l’unione con la natura erano molto forti. Ci si recava nelle chiese e nei santuari, accendendo ceri e candele di ogni tipo e in grande quantità, facendo spesso processioni. I ceri che non si erano consumati venivano poi spenti e riportati a casa, dove venivano poi utilizzati quali venivano utilizzati quali lumi votivi o propiziatori in casi particolari quali malattie o temporali.
Non è un caso che il santuario più famoso del Lago di Iseo, quella Madonna della Ceriola che domina il Sebino dalla sommità di Montisola, sia proprio dedicato alla Candelora (Ceriola o Seriola in dialetto lombardo, da ser, cero).
E’ interessante notare che la purificazione della Candelora, e la sua luce, non sono esteriori ma interiori. Ci ricordano che è importante ogni tanto fermarsi e guardare nel buio del nostro cuore, dove possono albergare a volte l’oscurità e la paura. Portate allo scoperto, si consumano bruciando, rischiarando il nostro cammino e rinnovando la nostra anima.
Secondo l’usanza celtica, il nuovo giorno inizia col tramonto del giorno precedente, e quindi stasera (1 febbraio) la Candelora è già iniziata, perciò per chi lo desidera questo è il moneto buono per iniziare ad accendere candele o lumi.
E domani sera, a seconda di come sarà trascorsa la giornata meteorologica, sapremo se arriverà presto al primavera o se dovremo aspettare un altro po’.
Fatemi sapere come va da voi!
Ovviamente la Candelora era anche l’occasione propizia per riti magici. Sei curioso di conoscerne un paio?
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Foto 2 Giunone, fonte romanoimpero.com
Foto 3 Ferdinand Du Puigaudeau, Tre ragazze bretoni accendono le loro candele prima della processione, copyright Du Puigaudeau
Foto 4 la ruota dell’anno celtico, fonte greenMe

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