Tra sbalzi climatici malanni vari, si avvicina anche la fine di gennaio. E con essa si avvicina la Candelora, la festa che segna il punto massimo dell’inverno ma che annuncia al tempo stesso l’inizio del cammino verso la primavera. 🌷
Mentre aspettiamo il 2 febbraio per trarre i consueti auspici per la stagione a venire, non possiamo non ricordare una grande Santa bresciana che si festeggia a fine gennaio.
Il 27 gennaio si ricorda infatti Sant’Angela Merici, che fu prima di tutto una grande santa, ma al tempo stesso anche una femminista ante litteram. La sua opera cambiò profondamente il ruolo della donna nell’età moderna.
🌟
Angela Merici nacque a fine Quattrocento da una famiglia della piccola nobiltà di Desenzano, sul Lago di Garda. La famiglia non era ricchissima ma comunque con mezzi tali da consentirle di vivere con agio tutta la vita senza mai lavorare, come del resto era consuetudine per le nobildonne del suo tempo.
La piccola Angela invece fin da giovanissima, influenzata forse dalla prematura morte dell’amata sorella, manifestò una profonda fede religiosa. La logica e le consuetudini di quei tempi avrebbero quindi voluto che la giovane Angela entrasse in un convento per dedicarsi alla vita contemplativa.
Molte giovani della nobiltà si dedicavano (o venivano dedicate) alla vita monastica, che era una vita da recluse, lontane dal mondo, ma con tutti i comfort.
La giovane Angela decise invece che il suo destino doveva essere diverso: aprì la casa paterna a Desenzano creando un rifugio per donne e fanciulle in difficoltà.
In quei tempi di guerre e saccheggi ce n’erano moltissime: orfane, vedove, ragazze che erano state stuprate e pertanto, secondo la consuetudine del tempo, erano considerate delle reiette della società, la cui unica risorsa era la mendicità o la prostituzione.
La società del 1500 era infatti durissima con le cosiddette “donne cadute”, che venivano disprezzate e che non potevano essere ospitate o impiegate in nessuna casa rispettabile- fa niente che questa “caduta” fosse avvenuta per loro volontà o meno.😡
Potete immaginare quindi cosa accade a Brescia dopo il sacco di Brescia del 1512, quando quel simpaticone di Gaston de Foix ordinò ai suoi soldati di mettere la città a ferro e a fuoco, uccidere più abitanti possibile, e stuprare sistematicamente tutte le donne che incontravano, indipendentemente dall’età…… non entrerò qui nei dettagli che sono abbastanza grafici.😱😱
Vi dico solo che i bresciani superstiti, gravemente provati all’interno di una città semi distrutta, si trovarono di fronte a un grande problema sociale.
Per inciso Gaston de Foix morì pochi anni dopo e gli venne dedicato un magnifico monumento funebre (ora al museo del Castello di Milano) in cui il Bambaia, grande scultore del Rinascimento, lo rappresenta come un giovane bellissimo, l’incarnazione del perfetto cavaliere rinascimentale.
In realtà, come si sarà capito. Gaston de Foix era una carogna sadica che seminò morte e terrore in tutto il Nord italia.
Sono ogni tanto tentata di creare un contest “Chi odia di più Gaston de Foix”- ma lasciamo la sua storia per la prossima volta.😂
Alcuni Bresciani Illuminati. e in particolare il mercante Antonio de’ Romani, avendo sentito parlare del lavoro di Angela a Desenzano, decisero di chiederle aiuto.
la nostra Angela non si tirò certo indietro, anzi si rimboccò le maniche, si trasferì a Brescia e iniziò subito la sua opera, creando delle case nelle quali forniva lavoro e istruzione alle cosiddette “reiette”.
Nel 1535, a Brescia, venne fondata la Compagnia delle dimesse di Sant’Orsola, la cui regola fu veramente rivoluzionaria per i tempi: alla ricerca della virtù spirituale bisognava unire il lavoro, la carità, l’assistenza del prossimo e soprattutto bisognava farlo vivendo nel cosiddetto secolo, cioè in mezzo alla gente.
In questo modo si forniva anche un’alternativa a tutte quelle donne che non avevano potuto o voluto sposarsi, e che non potevano accedere ai conventi o perché povere o perché non attratte dalla vita di reclusione.
Questa visione innovativa procurò a Sant’Angela Merici anche molte critiche, e venne osteggiata dalla chiesa stessa sia in vita che dopo la morte. Vennero fatte alcune modifiche alla regola originale, ma in ogni modo la Compagnia di Sant’Orsola continuò la sua opera ancora per secoli.
Le suore di Sant’Angela Merici sono una presenza molto amata a Brescia, e nonostante il nome colto di Orsoline, vengono affettuosamente da sempre chiamate le “santangele”.
È interessante notare che nel 1800 si creò una diramazione dell’ordine principale, che sono le cosiddette “girelle” (ovviamente non quelle della Motta lol- anche questa è un’altra storia).
Alla Santa è dedicata una delle chiese per me più belle e interessanti di Brescia, cioè la chiesa di Sant’Angela Merici, un tempo Sant’Afra, ed un tempo niente meno che chiesa di San Faustino ad sanguinem, cioè luogo del martirio dei santi patroni.😍
Su questo luogo, sulle “girelle”, su Gastone de Foix e la stessa Sant’Angela Merici ci sarebbe moltissimo da dire ma lo faremo un’altra volta.
Sant’Angela Merici è dal 2010 patrona secondaria di Brescia. insieme a San Faustino e San Giovita.
Un tempo, nel bresciano, quasi ogni paese aveva una casa della Compagnia di Sant’Orsola. Oggi, invece, l’ordine, almeno in Italia, sta lentamente scomparendo per il calo di vocazioni. Ci consola il fatto che fortunatamente i tempi sono cambiati, per cui l’istruzione delle ragazze è un fatto scontato (almeno quello).
Ogni anno, il 27 gennaio, si svolge una tradizionale fiera nelle strade intorno al santuario, che è un appuntamento molto amato dai bresciani. Ho bellissimi ricordi di gioventù legati ad essa! 😋😍
Qualcuno di voi andrà alla fiera? E quali sono i vostri ricordi e le vostre opinioni su Sant’Angela Merici e le sue “santangele”? Chi va alla fiera il 27?😀🌟