Le Tradizioni Lombarde dell’Ascensione e di Santa Croce
Se abitate in Lombardia, avrete certamente notato la pioggia incessante di questi giorni, e quasi altrettanto certamente avrete sentito qualcuno dire che il maltempo durerà fino a metà giugno.
E se chiedete perché, nel bresciano vi risponderanno “ L’è culpa de Santa Crus!”
Santa Crus è la ora soppressa, ma antichissima, festa di Santa Croce del 3 Maggio.
Il 3 maggio è stato per secoli una data speciale nella tradizione cristiana, Conosciuta anche come “Inventio Sanctae Crucis”, questa ricorrenza fin dal settimo secolo commemorava il ritrovamento della Croce di Cristo avvenuto per opera di Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino. Questa storia è narrata dalla Legenda Aurea e dalla storia dell’arte, simbolizzando la trasformazione della croce da strumento di morte a fonte di vita. Con la riforma liturgica del Concilio Vaticano II nel 1962, la festa di maggio fu unita a quella dell’Esaltazione della Croce del 14 settembre.
A Brescia e dintorni c’è un proverbio che recita: “Se ‘l piöf ‘l dé de Santa Crus, per quaranta dé l’è piuùs”, che significa “Se piove il giorno di Santa Croce, pioverà per i successivi quaranta giorni”. E’ un’affascinante credenza popolare: se piove il giorno di Santa Croce, preparatevi perché pioverà per i successivi quaranta giorni. Qui vediamo la stretta relazione tra religione, agricoltura e clima nelle comunità lombarde.
Questo detto infatti riflette l’importanza di Santa Croce nel calendario agricolo, poiché cade in un periodo cruciale per la crescita del grano.
Prima delle moderne previsioni meteo, i contadini si affidavano a tecniche empiriche per prevedere il tempo e prepararsi per il raccolto. .La festa di Santa Croce era particolarmente sentita dagli agricoltori perché cadeva in un momento delicato dell’anno agrario.
Nei campi, veniva piantata una grande croce adornata con una candela, un ramoscello di ulivo della Domenica delle Palme e un ramo di giglio benedetto. Se la pioggia spegneva la candela, era considerato un cattivo presagio, indicando che la piovosità si sarebbe prolungata per quaranta giorni, danneggiando la maturazione del grano.
Altrove, anche la festa dell’Ascensione, celebrata quaranta giorni dopo Pasqua, è legata a credenze simili. Un vecchio detto lombardo dice: “Se’l pioeuv al dì de l’ascensa per quaranta dì sen minga senza”, che significa “Se piove il giorno dell’Ascensione, per 40 giorni non saremo senza pioggia”. Questo proverbio, che risuona in questo maggio così piovoso, suggerisce che la pioggia nel giorno dell’Ascensione preannuncia quaranta giorni di maltempo. Quest’anno l’ascensione, che è una festa mobile, cadeva il 9 maggio ed ha piovuto….
La pioggia è essenziale per l’agricoltura, ma un periodo prolungato di maltempo può essere dannoso. Queste credenze popolari hanno aiutato gli agricoltori a prepararsi per le stagioni e a prevedere le condizioni climatiche.
Anche se queste previsioni meteo basate su tradizioni popolari non hanno una base scientifica, spesso si dimostrano sorprendentemente accurate, frutto di secoli di osservazione empirica della natura. Le tradizioni legate alla pioggia durante l’Ascensione e Santa Croce sono un esempio eloquente di come la cultura popolare e l’agricoltura siano profondamente connesse in Lombardia. Queste credenze, tramandate di generazione in generazione, riflettono non solo la saggezza dei nostri antenati ma anche l’importanza della natura e del clima nella vita quotidiana.
Quest’anno, la saggezza popolare ha avuto ragione: ha piovuto sia il giorno di Santa Croce (3 maggio) che quello dell’Ascensione (9 maggio) e, come avrete notato, la pioggia non manca…….
E’ quindi impressionante notare come i nostri antenati, non dotati di tecnologia ma solo del loro spirito di osservazione, riuscissero a fare previsioni accurate. Questo ci parla del loro legame con la terra e i cicli naturali.