Iseo Lake and Lombardy

San Giovanni e la sua guazza

La Notte di San Giovanni, celebrata tra il 23 e il 24 giugno, avvolge anche il nostro piccolo Lago d’Iseo in un’aura di magia e di mistero. Questa festa, intrisa di antiche credenze e rituali, segna il passaggio tra il solstizio d’estate e la prima metà dell’anno, unendo tradizioni pagane e cristiane in un unico, suggestivo evento.
Come in tutte le festività di origine celtica, il solstizio d’estate non durava un solo giorno come le nostre feste di noi poveri moderni che non abbiamo mai tempo per nulla, ma durava più giorni.
È così che, in realtà, il solstizio si dirama dal 21 al 29 giugno attraversando le ricorrenze di diversi Santi importanti, in un’unica lunga celebrazione, una delle più importanti, e anche una delle più belle dal punto di vista naturalistico. In questo periodo il lago è meraviglioso e a me non piace allontanarmi, ma preferisco restare qui e assorbire le energie del sole e della luna come una piantina nella guazza.
Il 21 giugno, giorno del solstizio d’estate, segna il trionfo del sole, il suo apice di potenza. Tuttavia, questo momento di massima luce è anche l’inizio del suo declino. La notte di San Giovanni è intimamente legata a questo ciclo solare, rappresentando un momento in cui i mondi si compenetrano e gli esseri sovrannaturali si avvicinano agli uomini. Le Anguane escono dalle loro tane acquatiche e camminano sulla terra, e gli animali nelle stalle parlano. Sul Lago d’Iseo, il riflesso del sole estivo, che tuttavia inizia la sua lenta discesa verso l’inverno, crea sulle acque un riflesso particolare. Nel giorno più lungo dell’anno, la natura giunge al massimo splendore che però porta dentro di sé l’oscurità del buio.
In questo momento delicato, bisogna quindi prestare particolare attenzione ad allontanare gli eventi infausti e le energie negative come siccità, tempeste, e malattie.
Per questo, nei paesi rivieraschi, in questi giorni, è possibile incontrare le donne del posto che si scambiano rami di piante e si sussurrano a mezza voce ricette segrete. Per cosa?
Per la guazza di San Giovanni, un potente rituale di protezione.
La guazza, o acqua di San Giovanni, riunisce la rugiada che rappresenta la luna, l’acqua, l’elemento umido femminile, e i raggi del sole che rappresentano l’elemento maschile. Se ad essi si aggiunge il potere delle erbe, ecco che, nell’intenzione degli antichi, si ha un potente talismano in grado di respingere ogni calamità.
Ma come funziona?
In realtà, è piuttosto semplice. Si prende una ciotola di media capienza, assicurandosi che sia di vetro o di ceramica, e la si riempie per circa metà di acqua, nella quale vengono messe a bagno erbe aromatiche e fiori.
Si parla di erbe e fiori spontanei come iperico, lavanda, artemisia, e malva, fiori e foglie di menta, rosmarino e salvia, dente di leone, erbe aromatiche di ogni tipo, e non devono mancare i fiori, meglio se profumati, come fiordalisi, papaveri, rose, dalie e gelsomini, in base alle fioriture presenti nel proprio territorio. La ciotola va poi esposta all’aria aperta, sull’erba, in un punto in cui possa essere raggiunta sia dai raggi del sole al tramonto che dai raggi della luna. Va lasciata esposta tutta la notte.
La rugiada della notte si andrà ad aggiungere all’acqua, e l’energia del sole e della luna renderanno l’acqua potente. La mattina dopo, l’acqua verrà utilizzata per lavarsi il viso e le mani, ma anche altre parti del corpo, specialmente se oggetto di qualche acciacco.
La raccomandazione è quella di rispettare la natura durante la raccolta delle erbe: non raccogliere quantità eccessive di esemplari e non estirpare le piante alla radice. Il rituale propiziatorio di purificazione del lavaggio con la guazza della mattina del 24 giugno si dice che porti amore, fortuna e salute, e non soltanto protegge la persona ma anche la sua casa.
I fiori che hanno contribuito a creare la guazza in parte vengono tenuti e in parte vengono donati ad amici e parenti, in un gesto gentile che serve a fare circolare la fortuna e la protezione nell’ambiente a noi circostante.
La leggenda dice che durante la notte di San Giovanni le erbe assumono poteri particolari, soprattutto l’iperico, chiamato proprio erba di San Giovanni, è famoso per le sue proprietà cicatrizzanti ma anche perché proteggerebbe contro gli spiriti maligni, così come la ben più nota a questo scopo salvia, che in questo momento è in pieno rigoglio e che nella guazza non può mancare.
Se poi vi avanza un rametto di rosmarino e siete single, mettetelo sotto il cuscino e sognerete il vostro futuro fidanzato o fidanzata.
La guazza, per quanto sia in assoluto forse la più amata e praticata, non è certo l’unica delle tradizioni di San Giovanni, per le quali non basterebbe un libro intero.
I festeggiamenti del solstizio proseguono ancora a lungo con un altro grande santo, San Pietro, e con la sua tremendissima mamma, della quale avremo occasione di parlare tra poco.
E voi, la fate la guazza di San Giovanni? Raccontatemi le vostre ricette!

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