Per la Rubrica “Iseo Horror” oggi parliamo delle zampe di uccello, molto usate fino a poco tempo fa nelle nostre zone per sortilegi di protezione o persecuzione.
Accadeva ogni tanto, qua sui nostri monti, che qualcuno uscendo di casa al mattino si trovasse un paio di zampe di gallina o di altro volatile da cortile attaccate alla porta. In questo caso il poveretto sapeva di essere stato “consacrato” con un maleficio.
Altre volte invece erano gli abitanti stessi ad attaccare le zampe alla porta, come protezione contro gli influssi negativi.
Ad esempio sappiamo che a Desenzano, la sera precedente la notte di San Giovanni era usanza inchiodare alle porte delle zampe di anatra per proteggersi dalle forze che durante quelle notte si riversano sulla terra.
Ma perché le zampe di uccello? Nel passato, quando i primi abitanti dell’Europa erano agricoltori e basavano la loro vita sui ritmi della terra, gli arti inferiori da volatile erano l’attributo di antichissime divinità della natura. L’avvento del cristianesimo, ma soprattutto l’effetto della Controriforma, le ha poi trasformate in figure demoniache.
Oggi queste leggendarie figure sopravvivono solo nel folklore, come la slava Baba Yaga, che vaga nelle foreste della Russia sulla sua casa viaggiante con zampe di gallina, oppure le Anguane (dette anche Aquane, Inguine, Aguine,) sorta di ninfe del foklore sebino e camuno che sotto la veste hanno zampe di anatra.
Foto 1 Zampe di faraona (vicini tremate!)
Foto 2 La casa di Baba Yaga (fonte immagine Pensiamoci, l’alter blog)
Foto 3 La cosiddetta “Regina della Notte” (Burney Relief, oggi al British Museum, bassorilievo babilonese dall’iconografia talmente simili ai racconti del folklore che per anni è stato considerato falso (fonte immagine Babel Stone)
Foto 4 Sant’Alberto che con grande soddisfazione calpesta un diavolo in sembianza di donna coi piedi d’anatra, Santuario della Madonna del Carmine a San Felice del Benaco, (fonte immagine Tutto Garda)
Foto 5 Un diavolo con zampe da uccello (dal web, fonte non identificata)
Foto 6 Il corpo della faraona, per la quale è stato trovato un impiego più prosaico (fonte immagine: la mia cucina)
